Renzo Capezzuoli

 

Nel nostro negozio è possibile visionarie una parte consistente dell'intera produzione artistica di Renzo Capezzuoli. Un artista prolifico, poliedrico e versatile. Il suo stile è il riflesso un’esperienza ricca e multiforme e di una paziente volontà di ricerca e di sperimentazione. L’incessante esplorazione di nuove soluzioni formali è la cifra interpretativa della sua opera ed anche della sua vita, in un nomadismo artistico ed esistenziale che è, come per altri autori, espressione del tormento nella modernità.

 

  
Mino MaccariRitratto di Renzo Capezzuoli, 1933-1934

 

La Critica

 

"Diverse risultano le ragioni di interesse per l’opera pittorica e l’attività di Capezzuoli, e anzitutto in quanto interprete fondamentale in area grossetana di quell’urgenza di rinnovamento che muove la nuova generazione emergente nell’arte italiana fra le due guerre. In tale area specificamente operando durante gli anni Trenta (salvo la peraltro breve parentesi bellica africana nel 1936), infine, si deve ben riconoscere, i suoi migliori anni, decisamente. E con implicite differenti aperture d’esperienza culturale. Sia infatti verso un clima di espressionismo rustico presente attorno a “Il Selvaggio” che tuttavia riusciva a non essere incongruo con suggestioni della lezione fiorentina di Carena, invece di consistente ed elaborata cultura pittorica, e persino con una certa essenzialità postnaturalistica alla quale aspirava Carrà". 

Enrico Crispolti

 

"La personalità di Renzo Capezzuoli, al contrario di tanti artisti coetanei, fin dai suoi primi approcci pittorici non prende in considerazione il manierismo accademico, gli scenari ideologici e le seduzioni della tecnica che possono facilitare l’inizio di una carriera nel mondo dell’arte. Anzi questi elementi considerati impalcature e sovrastrutture vengono annullati da un’ istintiva vivacità mentale che si concretizza attraverso l’applicazione di una felice e versatile rapidità del segno ed una naturale spontaneità della pennellata dove è palese la voglia di comunicare intense ed immediate emozioni".

"Risulta evidente che la ricerca della luce che va compiendo Capezzuoli nelle sue composizioni non è data dalla magistralità dell’occhio ma deriva piuttosto da un ordine mentale. Ciò è comprovato dalla sua efficacia nell’illuminare e anche nel costruire o nel riordinare le parti di realtà che più gli sembrano consone seguendo una libera immagine non certo fantastica ma intuitiva.

Una luce, uno spazio, una forma e una costruzione quindi appartenenti più all’ordine intellettuale che a quello fisico o meglio ancora allo stato d’animo dell’artista che componendo progettazioni grafiche originali ed usando un linguaggio pittorico singolare riesce a dare la sua interpretazione dove tutti gli elementi compositivi elaborati in una serena e regolare sequenza interiore e poi esteriore divengono trasposizione personale dell'esteriore".

Giovanni Marziali

 

Le pitture [di Capezzuoli] sono caratterizzate da tratti essenziali e da un’atmosfera sospesa e senza tempo, dove si rivela un universo pittorico personalissimo, ispirato dalla natura, ma nutrito dalla solitudine e dalla memoria. 

Marcella Parisi

 

"L'ambito di riferimento per l'artista era dunque il Novecento italiano, o piuttosto la declinazione toscana di quel movimento tutto milnese, una traduzione che consisteva in una visione più intima e pecata dei soggetti - paesaggi, ritratti, nature morte - con paste cromatiche morbide e vibrate. 

Si risente [Carlo] Carrà nella semplificazione dei piani, nella sintesi delle forme con cui Capezzuoli riassume la Maremma grossetana. Si moltiplicano così le vedute del litorale verso l'Argentario, le plaghe deserte delle colline in cui prova infinite volte con la matita o con l'olio a disporre i cubi delle case, i solchi dei campi, i grumi di vegetazione.

Il tratto distintivo di queste riflessioni sulla Maremma è la scoperta di tonalità accesse e contrastanti, negli azzurri squillanti in risalto con l'oro e nelle variazioni dei verdi accordate a toni aranciati e violetti. Vedute risonanti di luce e di colore a tinte magre, spesso a contrasto con superfici più dense e con stesure sommarie, corsive, dove i toni si aggrovigliano in masse caotiche"

Eliana Princi

 

"Il mio primo incontro con i quadri di Capezzuoli avvenne in occasione di una delle ultime edizioni della mostra dell’antiquariato organizzata presso la Fortezza medicea di Siena.

Fu allora che le opere di Renzo Capezzuoli si rivelarono a me come una piacevolissima sorpresa. Quel pomeriggio tornai più volte a visitare lo stand che le esponeva; le osservai a lungo e l’immediato interesse che suscitarono in me mi fece subito pensare ad una possibile iniziativa espositiva. Conobbi l’espositore, Walter Montanini antiquario e proprietario delle opere di Capezzoli, che accolse con immediato entusiasmo il mio invito ad approfondire l’idea, dichiarandosi felice di organizzare in Siena una mostra antologica sulla attività artistica di Capezzoli. Fu da quel momento che iniziò a prendere corpo il progetto culturale intorno alla figura e all’opera del pittore senese, progetto che adesso vede la luce e per la realizzazione del quale mi sono speso e ho lavorato con passione. Il tempo trascorso ha permesso di studiare l’autore, di ordinarne le opere secondo un ordine cronologico e tematico e soprattutto ha consentito di riallacciare i fili con la storia personale e artistica del pittore che, come sappiamo, si è svolta in gran parte tra Siena, Grosseto e la Maremma".

Gianni Resti

 

 

Biografia

 

Nato a Siena il 14 agosto 1909, nel 1926 si sposta con la famiglia a Lucca dove si diploma all’Accademia di Belle Arti. Qui inizia la sua carriera artistica e le sue prime opere, che risalgono alla fine degli anni Venti, sono realizzate con padronanza tecnica e abilità pittorica. Nel 1931 espone alla Seconda Mostra Sindacale di Lucchesia il dipinto "La chiesa di S. Francesco a Lucca"  che rappresenta il risultato di una meditazione profonda sulle ricerche artistiche della sua contemporaneità e inaugura anche la sua stagione “novecentista”.

 

 
Chiesa di San Francesco a Lucca 

 

I soggetti rappresentati in questo periodo sono semplici paesaggi, ritratti e nature morte, immagini che per vocazione lirico-intimista vengono sottratte al quotidiano. In particolare, raggiungono straordinari risultati poetici le vedute della sua terra d’adozione, la Maremma grossetana, che Capezzuoli studia e impara a conoscere come disegnatore per il Consorzio di Bonifica Osa-Albegna. In esse domina la sensazione di eterno e di silenzio, di sospensione irreale, mentre la suggestione evocativa è interamente affidata alla luce che con raffinata delicatezza rasserena l’orizzonte. Queste immagini partono dall’osservazione della realtà per poi proporre un’interpretazione nuova, una semplificazione e una riduzione all’essenziale degli elementi plastici e coloristici; la stessa capacità di sintesi che si ritrova in alcune ben equilibrate nature morte, dal caldo aspetto domestico e familiare.

 

 
Fiori

Proveniente da Lucca, Capezzuoli era infatti arrivato a Grosseto nel 1933, a seguito dello spostamento che il padre, per lavoro, aveva dovuto effettuare. Qui continua a dedicarsi completamente all’arte, aggiungendo all’attività di pittore quella di insegnante all’Istituto Magistrale. In città, si apre per lui una stagione particolarmente favorevole inaugurata dalla partecipazione alla Prima Mostra Sindacale Maremmana, dove espone, fra le altre opere, "Donna che si specchia"  un nudo monumentale e statuario dalla carnalità prorompente. 

 
Donna che si specchia

In poco tempo Capezzuoli diviene il fulcro dell’attività artistica grossetana e riceve la carica di Fiduciario provinciale del Sindacato Fascista Professionisti ed Artisti. In questa veste organizza le mostre sindacali di Grosseto a partire dalla Seconda che si tiene nel 1935. Il primo esito positivo si riscontra nell’efficiente organizzazione della Mostra Maremmana d’Arte, più volte commentata dai giornali ed apprezzata dai molti visitatori e dallo stesso Giannino Marchig segretario del sindacato interprovinciale di Firenze. Anche i quadri che Capezzuoli espone alla Sindacale incontrano il favore della critica. Nelle composizioni minori, di paesaggio ad esempio, scrive A. Del Nizza sulla Nazione del 1935: “egli sa, attraverso un plasticismo serrato, pervenire a sicure e bene equilibrate rappresentazioni”. L’opera "Prima Orapresentata all’esposizione viene acquistata dalla Federazione Fascista di Grosseto.


 
BoveSeconda Mostra Sindacale Maremma d’Arte

L'anno successivo partecipa alla guerra in Africa orientale, tuttavia dall'Etiopia si riserva di inviare alcune opere alla Terza Mostra Sindacale Maremmana. Il ricordo dell’Africa è evocato da alcune immagini ad acquerello e ad olio che, luminosissime, mostrano il caldo paesaggio di una terra arsa dal sole.

 
Apollonia – Marina

Nel 1937 torna a Grosseto e decide di organizzare una memorabile mostra sindacale predisponendo, nell’ambito della manifestazione, un’esposizione delle sculture giovanili di Arturo Martini e dei dipinti di Alberto Caligiani.

 
Lettera di Arturo Martini, 7 marzo 1937

Il suo intento è programmaticamente annunciato nella presentazione del catalogo alla mostra: “si vuol dimostrare, che dove non esista tradizione, si possa crearla”. La grande laboriosità con la quale Capezzuoli organizza la Quarta Mostra Sindacale Maremmana è indirettamente gratificata dall’attribuzione del premio di pittura “Città di Grosseto” per il dipinto "Il Reduce".  Dell’opera rimane l’immagine stampata su alcune cartoline postali d’epoca, il bozzetto di preparazione e un grande frammento del dipinto ad olio su tela (questi ultimi donati nel 2009 al Comune di Grosseto in occasione della mostra Renzo Capezzuoli e Grosseto). L'artista infatti, dopo aver collaborato alla Liberazione Nazionale, rientrò in possesso della grande tela e se ne disfece riutilizzandola per larga parte come supporto da ridipingere. 


Bozzetto per Il Reduce

Alla fine degli anni Trenta Capezzuoli, sempre al vertice dell’organizzazione artistica grossetana, è impegnato nella programmazione delle ultime due edizioni delle rassegne Sindacali Maremmane. Nella primavera del 1939 si svolge la Quinta Mostra, in occasione della quale organizza la mostra retrospettiva di Pietro Aldi, mentre, nell'inverno del 1941, la Sesta Rassegna Sindacale Maremmana che ospita un gruppo di artisti fiorentini (fra i quali Silvano Bozzolini, Guido Peyron e Ottone Rosai).

Da segnalare, in occasione di questa ultima rassegna, la presenza del giovanissimo Mario Nanni allievo di Capezzuoli all’Istituto Magistrale. Capezzuoli aveva infatti da subito notato nell’adolescente una sottile “inquietudine” che sottaceva e contemporaneamente rivelava una predisposizione eccezionale per l’arte, intuendo un talento reale, come mostrato dalla sua straordinaria carriera artistica. Nella presentazione alla mostra l'organizzatore scrive parole di augurio, di sostegno e di fiducia verso chi timidamente muove i primi passi nell’arte: “Ai giovani artisti, che si mostrano quali noi avevamo preveduto già nel presentarli al pubblico: attaccati a certe loro fatiche, come sa chi solo per l’arte vive".

A queste parole, egli abbina un concreto atteggiamento propositivo, scegliendo Nanni come suo unico collaboratore, durante l’esecuzione dell’affresco che realizza tra il 1939 e il 1940, nell’aula magna della Regia Scuola Tecnica Industriale di Avviamento Professionale a Grosseto (attuale Istituto Professionale “L. Einaudi”).

 


Scena Allegorica, affresco nell’Aula Magna dell’Istituto Professionale L. Einaudi di Grosseto 

 

Un affresco che offre, secondo le parole di Enrico Crispolti "un impianto d’impostazione narrativa in un succedersi di episodi disposti topologicamente anziché in un’unità di scena, secondo un principio di remota ascendenza addirittura classica (fra sarcofagi e colonne di narrazione commemorativa), ma certo di più prossima suggestione sironiana (riscontrabile peraltro anche nell’impianto cromatico, per quanto se ne possa attualmente leggere), pur attraverso una certa cadenza anche, direi, in certa misura, d’eco di “primordio” romano (cagliesco, dunque)".

La Sesta Mostra Maremmana conclude il ciclo delle rassegne sindacali organizzate da Capezzuoli e in questa occasione la Provincia di Grosseto acquista la sua opera Campagna senese. Alcuni degli artisti che vi avevano partecipato – Carlo Gentili, Gino Parrini, Nazzareno Rosignoli, Tolomeo Faccendi – tra i quali lo stesso Capezzuoli sono ormai uniti e pronti ad affrontare una nuova e più seria esperienza espositiva. Si presentano come consolidato “Gruppo Grossetano” ed espongono alla Galleria Grande di Milano. In particolare la critica nota le “due personalità dominanti dello scultore Tolomeo Faccendi e del pittore Renzo Capezzuoli”.

Gli anni Trenta e i primi anni Quaranta rappresentano per Capezzuoli una stagione espositiva particolarmente favorevole. Egli prende parte con regolarità pressoché costante alle Mostre Interregionali d’Arte Toscana che si tengono a Firenze ed espone alla Seconda ed alla Terza rassegna del Sindacato Nazionale Fascista di Belle Arti: a Napoli nel 1937 e a Milano nel 1941. Inoltre, è invitato da Carlo Rivalta, segretario del Sindacato Interprovinciale Fascista Belle Arti per la Toscana, a partecipare alla Sesta Mostra Estiva Viareggina.

Con quarantasei opere, tra oli ed acquerelli, organizza la sua prima mostra personale, che si tiene a Torino, presso il Palazzo Lascaris, recensita positivamente da Emilio Zanzi, critico d’arte, per la “Gazzetta del Popolo”: "Il Capezzuoli, in felici sintesi di segno e con gusto assai delicato dei toni, riesce a rendere gli aspetti precisi, quasi mappali della zona collinare intorno a Siena. Il genio della terra senese è reso con un linguaggio modesto ma chiaro da questo artista che in qualche studio ad olio riesce assai bene a costruire cespugli, arenile, mare e le immense desolazioni della Maremma con le sue aperte spiagge. Qualche barca ferma e di un colore pulito e brillante come smalto ricorda la semplicità dei maestri toscani nell’Ottocento anche se il Capezzuoli ci sembra incline al taglio del quadro secondo una precettistica corrente che vuole la scenografia e la veduta ad effetto”.

Ancora agli anni Trenta risale la collaborazione di Capezzuoli con alcune riviste letterarie. Fra il 1933 e il 1934, scrive alcune cronache per “Il Selvaggio” diretto da Mino Maccari con lo scopo di “offrire un ritratto autentico dei nostri paesi, dei loro uomini, umori, cose, avvenimenti”.

 

 
Cartolina intestata “Il Selvaggio”, inviata da Mino Maccari, 28 luglio 1934

 

Nel 1938, contribuisce a fondare con il giornalista Antonio Meocci a Grosseto, la rivista di letteratura ed arte “Ansedonia”. Con il proposito di affrancarla dal contesto locale ed introdurla in una dimensione culturale ampia, di respiro nazionale, coinvolge artisti di grande valore: Filippo de Pisis vi pubblica un disegno ed una poesia, Mino Maccari due disegni e Arturo Martini quattro le fotografie di quattro sculture giovanili. Nello stesso anno si propone come disegnatore per la rivista “Prospettive” diretta da Curzio Malaparte. 

Nell’arco degli anni Quaranta, l’inarrestabile susseguirsi di eventi diversamente significativi determina l’apertura di un nuovo capitolo sull’identità di Capezzuoli. Si tratta in primo luogo, di una feconda crisi artistica, il cui momento di cesura è potenzialmente individuabile nella visita alla mostra milanese di “Corrente” nel dicembre 1940. La controllata modalità rappresentativa “novecentista” subisce un’esplosione di vitalità incontrovertibile, spontanea, di intensità espressionista, che si traduce, come ben sintetizzerà Mario Nanni, in “una pennellata quasi conflittuale, sciolta, vibrante” tesa “a distruggere più che a costruire”.

 


Siena

 

All’urgenza di rilettura introspettiva, si somma con violenza la drammatica condizione storica degli anni Quaranta: dal 1941 al 1943 infatti, Capezzuoli partecipa alla Guerra.

Le immagini di questo periodo sono il riflesso diretto del profondo stato di malessere che l’artista si trova a dover vivere negli anni violenti del conflitto. Stilisticamente assumono una figuratività di tendenza realistico-espressionistica. Il tratto è nervoso e vibrato, il colore cupo è steso in maniera corposa, le atmosfere sono livide, la natura perde il luminoso incanto degli anni Trenta per divenire oscura ed ostile.

 


Paesaggio toscano

 

Nel 1944 sfollato da Grosseto, collabora con il Comitato di Liberazione Nazionale di Castel del Piano.

Nel 1945 cerca di allestire una mostra a Roma dedicata a Bruno Bacherini, giovane talento maremmano prematuramente scomparso nel bombardamento su Grosseto del 1943. Nel tentativo è aiutato da Giacinto Fiore, Alberto Savinio e Palma Bucarelli. 

Raggiunge il suo obiettivo l'anno seguente, a Grosseto, dove finalmente riesce ad organizzare la retrospettiva.

Nello stesso anno in città predispone la Mostra del “Gruppo Romano” e le rassegne dedicate agli artisti fiorentini Silvano Bozzolini, Giulio Pierucci e Osvaldo Tordi.

La stagione grossetana di Capezzuoli si chiude definitivamente nell’aprile 1946, quando, con la famiglia, si trasferisce a Siena nella “Casa della Consuma” o “della Brigata Spendereccia”, al numero 3 di Via Garibaldi. Le vedute di Siena, di questo periodo, esprimono compiutamente la capacità dell’artista di saper rinnovare la sua pittura. Alla ricerca della massima essenzialità, aiutato dalla tecnica dell’acquerello, Capezzuoli definisce con poche linee e fluida scioltezza alcuni scorci cittadini. Le architetture delle vie, delle piazze, dei monumenti sono interpretate come forme evanescenti dai toni accesi e vivaci: rosati, azzurrini, aranciati e violetti. 

 

 
Palazzo Pubblico

 

In città è in contatto con Enzo Cesarini e Arrigo Musiani, mentre intesse legami di amicizia con alcuni artisti senesi attivi a Roma: Giacinto Fiore e Piero Sadun.

Nel 1947 vince il concorso per l’insegnamento di materie artistiche presso le scuole medie superiori e si trasferisce a Milano.

L'anno successivo con il dipinto Estasi di Santa Caterina e scene della vita, è selezionato da una giuria presieduta da Felice Carena a partecipare alla Mostra del Concorso Nazionale di pittura tenutasi a Siena presso la Cripta di San Domenico.

 

 
Santa Caterina “le stimmate”

 

Nello stesso anno in occasione della Prima Mostra dell’Associazione Cultori ed Amatori d’Arte di Siena alcune opere di Capezzuoli sono acquistate dal Monte dei Paschi e dall’Azienda Autonoma del Turismo.

Nell'estate del 1949 partecipa al Premio “Siena” di Pittura bandito dalla rivista “Fonte Gaia”; nell’ambito della cerimonia di premiazione la commissione giudicatrice (composta da Francalancia, Mafai e Omiccioli) dopo aver decretato i vincitori, ritiene opportuno segnalare anche Capezzuoli fra quegli artisti che si sono particolarmente distinti per la qualità della loro pittura.

Nel 1951 sulla scia di nuovi interessi in ambito cinematografico e nel settore dell’arredamento si sposta a Roma. Invitato dal gallerista e critico d’arte Stefano Cairola partecipa al Primo Giro d’Italia della Pittura Contemporanea.

 

 
Buoi senesi

 

A cavallo degli anni Quaranta e Cinquanta importanti occasioni espositive impegnano la sua attività: nell’estate 1947 partecipa al Premio Auronzo ed alla Mostra d’Arte Toscana che si tiene a Siena; si presenta alla Quinta Mostra d’Arte Sacra organizzata dall’Angelicum dei frati minori a Milano; nell’estate 1950 prende parte alla Seconda Mostra Sociale dell’Associazione Cultori ed Amatori d’Arte di Siena; infine a Roma, nel 1958, espone alla Mostra di Artisti Senesi e Grossetani che si tiene alla Galleria d'arte San Marco.

Risale a questo periodo l’opera Paesaggio invernale che conclude cronologicamente la disposizione dei quadri presenti nel Fondo Renzo Capezzuoli. Il dipinto, datato 1956, non può essere considerato come un punto d’arrivo o un risultato definitivo perché stilisticamente rappresenta un unicum e non trova riscontri antecedenti. Probabilmente, l’autore era in procinto di sviluppare una nuova e più moderna questione figurativa, fondata, sulla ricerca dell’essenzialità, attraverso l’accentuazione geometrica della realtà e delle sue forme.

 

 
Paesaggio invernale

 

Anche la partecipazione alla Nona Quadriennale Nazionale, con opere dal carattere assolutamente inconsueto e innovativo: Soluzione, Indagine n. 1 e Indagine n. 2, è interpretabile come il preludio di una novità; ma a concludere definitivamente ogni implicazione, interviene, il 12 maggio 1966, la morte, avvenuta a Roma, a seguito di una malattia incurabile. 

Lavinia Montanini

 

 

Elenco delle esposizioni 

          

1931

Lucca, Seconda Mostra Sindacale di Lucchesia, Palazzo del Littorio, aprile-maggio: Natura morta, Natura morta, La chiesa di S. Francesco.

Montecatini Terme, Seconda Mostra d’Arte Giovanile, 24 maggio.

1933

Grosseto, Prima Mostra Sindacale Maremmana d’Arte, Palazzo delle Poste e Telegrafi, 24-31 maggio: Paese: l’Ombrone, Donna che si specchia, Natura morta, Natura morta, Fiori, Marina, Marina di Follonica, Campagna maremmana, Campagna maremmana, Nudo di donna, Nudo di uomo, Bove, Ritratto, Marina, Veduta dell’Ombrone.

1934

Firenze, Settima Mostra Interprovinciale d’Arte Toscana, Palazzo del Parterre di San Gallo, 21 ottobre – 18 novembre: Marina.

1935

Grosseto, Seconda Mostra Sindacale Maremmana d’Arte, ex Palazzo delle Poste, 24 maggio – 9 giugno: Impressioni di Venezia,Veliero in darsena, Tramonto a San Rocco, Studio in azzurro, Paesaggio, Moscona, Prima ora, Paesaggio di inverno, Marina di Viareggio, Marina, Campagna senese (Monsindoli), Natura morta, Bove, Bove, Vitello.

Firenze, Ottava Mostra Interregionale d’Arte Toscana, Palazzo del Parterre di San Gallo, ottobre-novembre: L’Uccellina, Paese, Paese.

1936

Grosseto, Terza Mostra Sindacale Maremmana d’Arte.

Firenze, Nona Mostra Interregionale d’Arte Toscana, Palazzo del Parterre di San Gallo, ottobre-novembre: Ritratto.

1937

Grosseto, Quarta Mostra Sindacale Maremmana d’Arte, ex Palazzo delle Poste, maggio-giugno: Derna – Moschea, Apollonia – Marina, Il Reduce, Paese, Natura morta, Natura morta, Natura morta.

Napoli, Seconda Mostra del Sindacato Nazionale Fascista di Belle Arti, Palazzina Spagnola, settembre-ottobre: Natura morta, Paese.

1938

Firenze, Decima Mostra Interprovinciale del Sindacato Toscano Belle Arti, Palazzo degli Uffizi, 22 maggio – 30 giugno: Natura morta, Paese.

1939

Torino, Mostra personale di Renzo Capezzuoli, Palazzo Lascaris, 14 gennaio.

Grosseto, Quinta Mostra Sindacale Maremmana d’Arte, Teatro Madonnina del Grappa, maggio-giugno: Ritratto, Maremma, Natura morta, Ritratto del Dott. Porciatti, Natura morta, Siena, L’Elba, Venezia, Fiumara, Venezia, Maremma, Nudo, Nudo, Campagna senese, Campagne senese.

Lucca, Sesta Mostra Viareggina, Kursaal, 15 luglio – 15 settembre: Campagna senese, Barca sul fiume, Crete senesi.

Firenze, Undicesima Mostra Interprovinciale d’Arte, locali della Mostra Mercato dell’Artigianato, 22 ottobre – 22 novembre: Venezia, Campagna senese.

1940

Grosseto, Sesta Mostra Sindacale Maremmana d’Arte, Palazzo Vescovile, maggio-giugno: Germani reali, Campagna maremmana, Primavera, Le Mura di Grosseto, Natura morta, Campagna senese, Studio di paese, Natura morta, Ritratto di Matelda, Paese, Bove, Campagna senese, Derna.

1941

Milano, Mostra del “Gruppo Grossetano”, Galleria Grande, febbraio.

Firenze, Dodicesima Mostra d’Arte Toscana, Palazzo Strozzi, aprile-maggio: Litorale maremmano, Fiori.

Milano, Terza Mostra del Sindacato Nazionale Fascista Belle Arti, Palazzo dell’Arte, maggio-luglio: Bove al pascolo, Campagna maremmana, Campagna maremmana.

1942

Firenze, Tredicesima Mostra d’Arte Toscana, Palazzo Strozzi, aprile-maggio: Pascolo, Paesaggio.

Livorno, Prima Mostra Legionale d’Arte, ex Palazzo Ginnasio, 12 luglio: Fiumara, Disegno, Natura morta, Paese, Villaggio sul Mare, Balilla, Paesaggio, Natura morta.

1947

Auronzo, Mostra Nazionale di Pittura Premio “Auronzo”, Palazzo delle Scuole, 20 luglio – 31 agosto: Vacche.

Siena, Mostra d’Arte Toscana, Palazzo della Fortezza Medicea, 3-18 agosto: Natura morta, Dintorni dell’Osservanza.

1948

Milano, Prima Mostra Nazionale d’Arte Contemporanea “Aprile milanese”, Villa Reale: Natura morta.

Siena, Mostra del Concorso Nazionale di Pittura per un’opera su S. Caterina da Siena, Cripta di San Domenico, 19 settembre – 31 ottobre: Estasi di Santa Caterina e scene della vita.

Milano, Esposizione del “Natale dell’arte”, Galleria Cairola.

Siena, Prima Mostra Sociale dell’Associazione Cultori ed Amatori d’Arte di Siena, Accademia degli Intronati, 22 dicembre – 9 gennaio 1949: Ritratto, Paesaggio, Darsena, Disegno, Disegno, Acquaforte.

1949

Milano, Quinta Mostra d’Arte Sacra Angelicum,

Piazza S. Angelo, aprile-giugno: Santa Caterina “le stimmate”.

Siena, Premio “Siena”. Concorso Nazionale di Pittura, 3-18 agosto.

Milano, Esposizione Nazionale “Natale dell’arte”.

1950

Siena, Seconda Mostra Sociale dell’Associazione Cultori ed Amatori d’Arte di Siena, Fortezza Medicea, 13-27 agosto: Paesaggio, Paesaggio, Bove, Angolo di Venezia, Angolo di Venezia, Angolo di Venezia.

1951

Follonica, Mostra di Pittura per il Carnevale, Galleria Agostini.

Genova, Prima Biennale Internazionale d’Arte Marinara, Palazzo dell’Accademia, ottobre-novembre: Venezia, Venezia.

Mostra del “Primo Giro d’Italia della Pittura Contemporanea”: Buoi senesi. 

1958

Roma, Mostra di Artisti Senesi e Grossetani, Galleria d’arte San Marco 15-24 giugno.

1965

Roma, Nona Quadriennale Nazionale d’Arte, Palazzo delle Esposizioni, novembre-marzo 1966: Soluzione, Indagine n. 1, Indagine n. 2. 

2005

Sorano, Prima Mostra retrospettiva, Galleria Paradiso, 30 luglio – 30 agosto.

Grosseto, Mostra “Arte in Maremma nella prima metà del Novecento”, Istituto Professionale “L. Einaudi”, 26 novembre – 29 gennaio 2006: Ritratto, Paesaggio maremmano, Paesaggio.

2009

Siena, Mostra retrospettiva in occasione del centenario della nascita “Renzo Capezzuoli pittore 1909-1966”, Palazzo Pubblico Magazzini del Sale, 28 marzo-31 maggio.

FOTO MOSTRA SIENA - PALAZZO PUBBLICO

    

    

In Vetrina

  Renzo Capezzuoli (1909 - 1966)

 

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Antichità Montanini
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